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IL BRIGANTAGGIO AD ANDRETTA E DINTORNI

Sequestri di persona nel brigantaggio postunitario

di Carmine ZICCARDI

Pubblicato su VICUM-Periodico trimestrale MAR-GIU-SETT 2000

da: http://digilander.libero.it/acomar/brigantaggio.htm

MILITARI

 

L'esercito italiano conta circa 120.000 soldati divisi in 52 Reggimenti di Fanteria, 10 Reggimenti di Granatieri, 5 Reggimenti di Cavalleria e 19 Battaglioni di Bersaglieri. Vi sono poi circa 7500 Carabinieri. Si organizza un reclutamento nella Guardia Nazionale per sottrarre i giovani ad un eventuale arruolamento nel brigantaggio. I Militi della Guardia Nazionale sono circa 84000. A Lacedonia vi è il Comando della Sotto Zona Militare, 4° Granatieri comandato dal Capitano Cima. A Bisaccia opera un Battaglione dell'8° Granatieri - presidio. Ad Andretta vi è un distaccamento del 4° Reggimento Granatieri di Lombardia, 2° Compagnia, comandata dal luogotenente Gamelin Gaspare - Capitano Antonio Cima Sergente Generi Giacinto (1). Vi sono anche i Carabinieri reali della 10° Legione della Divisione di Avellìno, Compagnia di Ariano - Luogo di S. Angelo dei Lombardi, nonché, poco distante, un distaccamento di Bersaglieri (4 ufficiali e 94 militi) e la Guardia Nazionale: "Le masserie ove ciò avvenne erano distante da questo abitato circa un miglio, contrada Mannella, contrada opposta e lontana più di due miglia a quella ove è stazionato il distaccamento dei bersaglieri nella casina Zuccardi". La Stazione dei Carabinieri di Andretta è comandata dal Brigadiere Leonardini Giuseppe. "Quando viene arrestata Rosa il Luogotenente Gamelin è con 26 uomini ed è accompagnato da 15 uomini della Guardia nazionale comandati dal Capitano Frangi, i tenenti Arace e Papa e 2 carabinieri". Con regio decreto del 24 aprile 1861 il governo unitario (2) richiama alle armi tutti i giovani delle province napoletane delle leve 1857, 1858, 1859 e 1860 delle regioni meridionali (3) con le stesse modalità di reclutamento delle leggi borboniche (4). Il Parlamento, con legge 26 maggio autorizza ad operare una leva di 36 000 uomini per i nati dal 1836 al 1841 (5). Il fenomeno della renitenza assume proporzioni notevoli per opposizione o per diffidenza nei confronti del nuovo regime. I legittimisti incitano (6) la popolazione a rispondere alla "rovinosa leva dello scomunicato ed empio Vittorio Emanuele" con l'insurrezione generale in nome "dell'eroe di Gaeta". Moltissimi renitenti, per sfuggire alle sanzioni della legge, si danno al brigantaggio. È stato indubbiamente un errore il richiamo degli uomini che avevano servito i Borboni. Infatti 2010 soldati si danno alla macchia. Se ne catturano solamente 606. Tutti gli altri vanno ad ingrossare le fila brigantesche (7).

NOTE

(1) Pasquale Tellone dichiara che "Allo scorgere della Truppa frustarono i cavalli, il brigante Innarella perde la briglia del cavallo del sequestrato. Tellone, allora, salta a terra. 1 briganti vengono attaccati dalla 2° Compagnia del 4° Granatieri, distaccato in Andretta. I briganti fuggono e lasciano il sequestrato "per poter camminare più liberamente e costretti dalla medesima Truppa".

(2) L'Armata sarda assume la denominazione di esercito italiano il 4 maggio 1861.

(3) Decreto n. 233 del 24 aprile 1861 di Vittorio Emanuele II recita: "Visto il R. Decreto 20 dicembre 1860, col quale furono chiamati sotto le armi tutti gli individui delle Provincie Napolitane delle leve degli anni 1857, 1858, 1859 e 1860 pel già Esercito delle Due Sicilie; Visto il R. Decreto del 16 gennaio 1861, portante pubblicazione in dette Provincie Napolítane del nuovo Codice penale militare l° ottobre 1859; Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per gli affari di Guerra; Abbiamo decretato e decretiamo quanto segue: Art. 1 - Tutti gli individui delle leve degli anni 1857, 1858, 1859, 1860 che a termini dell'art. 1 del Nostro Decreto 20 dicembre 1860 sono chiamati in servizio, dovranno con tutto il giorno 1 ° giugno essersi presentati al Deposito generale d'arruolamento in Napoli. In caso d'ínobbedíenza verranno le reclute dichiarate refrattarie ed i soldati che già avevano marciato, disertori, e punite le prime colle leggi vigenti nelle Provincie Napolitane, ed i secondi a norma del nuovo Codice penale militare del t° ottobre 1859, stato pubblicato in dette Provincie con R. Decreto Nostro Belli 16 gennaio 1861. Art. 2 - Eguali punizioni saranno inflitte a quegl'individui dell'ex Esercito Napoletano appartenenti alle leve anteriori al 1857, che rinviati o rimasti alle loro case a tenore dell'art. 2 del precitato R. Decreto 20 dicembre 1860 fossero, per qualunque motivo, chiamati sotto le armi e non vi ottemperassero. Art. 3 - Tale chiamata potrà avere luogo anche individualmente per quelli appartenenti alle leve anteriori al 1857, i quali fossero trovati sbandati fuori del rispettivo Comune od avessero turbato l'ordine pubblico, ed i trasgressori saranno puniti nell'accennata conformità; Art. 4 - Quelli che si presenteranno nel termine di cui all'art. 1 andranno esenti dalle pene nelle quali potrebbero essere incorsi in forca dell'ars. 3 del citato Nostro Decreto 20 dicembre 1860, il quale rimane abrogato in tutto ciò che ha di contrario al presente."

(4 ) Il reclutamento borbonico avveniva per coscrizione nel Napoletano e per ingaggi in Sicilia. II servizio dei coscritti dura 8 anni: 4 sotto le armi e 4 in congedo illimitato.

(5) Legge 35 del 26 maggio 1861 "e questa a saldo di ogni debito per ragione di servizio militare (art. 1). La leva viene eseguita secondo le norme della legge 19 marzo 1834 ancora vigente in quelle Province (art. 2). La durata della ferma è fissata per tutti in otto anni (art. 4).

(6) Piccioni A., il "brigantaggio", Le fonti della storia/ 18, La Nuova Italia Editrice, Firenze, 1969, pag. 4. L'autore riporta il manifesto: "ALL'ARMI, ALL'ARMI!!! /ABBASSO LA ROVINOSA LEVA/DELLO/SCOMUNICATO ED EMPIO VITTORIO EMANUELE/VIVA//I PRODI VOLONTARI DELL'EROE DI GAETA/FRANCESCO SECONDO/RE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE/ALL'ARMI, ALL'ARMI!!!"

(7) La leva militare viene introdotta con legge 20 marzo 1854 n. 1676 (riforma La Marmora). Essa viene estesa a tutte le regioni con l'unificazione. La coscrizione obbligatoria viene sancita dalla legge 7 giugno 1875 n. 2532.

 

 

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