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IL BRIGANTAGGIO AD ANDRETTA E DINTORNI

Sequestri di persona nel brigantaggio postunitario

di Carmine ZICCARDI

Pubblicato su VICUM-Periodico trimestrale MAR-GIU-SETT 2000

da: http://digilander.libero.it/acomar/brigantaggio.htm

CONDIZIONI DI LAVORO

 

La documentazione offre, anche, un quadro preciso sulle condizioni di vita e di lavoro della maggior parte della popolazione. "Quasi ogni giorno io solito allo spuntar del sole andare in campagna unitamente alla mia moglie, lontano dal paese circa un miglio e mezzo nel luogo detto Fresone ove ho un fondo vigneto con masseria per accudire ai lavori campestri e per lavorare la terra". "A circa 22 ore con mia sorpresa vidi venire alla mia volta tre persone armate a cavallo che di un tratto mi hanno aggredito... ", dichiara Pasquale Tellone. "La mattina del 6 corrente al far del giorno la mia figlia Maria che aveva dormito in paese mi chiamò dicendomi che portassi la chiave perché la sera prima nell'entrare in casa trovò la porta aperta; a tal detto io colla tema fossi stata derubata corsi in paese e chiusa la porta (preso un tozzo di pane) ritornai in campagna. Giunta al pagliaro feci colla farina dei cinguli che feci cuocere e quindi partii per i piani lasciando una piccola porzione alla mia figlia Maria Teresa e giunsi ai piani verso le ore otto ove trovai il mio marito ed i miei figli che attendevano al lavoro con loro mangiai i cinguli", afferma Angela Maria Bemuro contadina di Andretta, moglie di Di Guglielmo Francesco, di anni 37. "Verso mezzogiorno mentre io stava zappando la terra vidi uscire dal paglaio di Francesco Di Guglielmo un brigante, chiamato Pasquale Iennarella il quale venne da me e domandò il perché mi trovava in compagna sola, dopo soggiunsi sentendo piangere nel detto pagliaro di Francesco Di Guglielmo: "Chi piange nel pagliaro "ed il brigante rispose: "Vì si trovano solamente i figli, il padre e la madre sono andati a lavorare", riferisce Carmina Iacoviello, contadina di Andretta di anni 60. "Nel giorno undici dell'or caduto novembre (1863), a circa le ore 22 nel mentre io guidavo all'aratro taluni bovi nel fondo di mia proprietà, posto in contrada Schiavi di questo tenimento, di un tratto mi vidi appressare due briganti a cavallo ed armati " racconta Generoso Cella, calzolaio di Andretta, di anni 25. Mentre la giovane Serafina Grillo di Senerchia "recavasi in unione di altre donne e del proprio genitore su quella Montagna per rilevare la neve da somministrare a' vari Comuni circostanti, nella contrada Vadoleia era sequestrata da tre briganti bene armati e condotta seco loro in altro sito" si scrive in un rapporto alle autorità. E ancora: "...la comitiva Manfra aumentata al numero di 15 briganti sorprendeva e sequestrava il sig. De Gennaro Federico di Ospedaletto, padre, trovavasi in una selva di sua proprietà, messa alle falde onde sorvegliare i pochi lavoratori di legname".

 

 

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