*o*o*o*

| Bibliografia | Documenti | Personaggi | Briganti | Storia | Brigantaggio Locale | Recensioni | Link | Libro degli Ospiti | Home |

MALATESTA ERRICO

Malatesta Enrico

CAFIERO CARLO

Cafiero Carlo

PAPINI NAPOLEONE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 a

MALATESTA ERRICO

di: FIORENZA TAROZZI - da: "Dizionario Enciclopedico UTET"

 

[...] Internazionalista anarchico (Santa Maria Capua Vetere 1853-Roma 1932). Studente di medicina all'università di Napoli, abbandonò gli studi dopo tre anni di corso per dedicarsi alla politica attiva. Repubblicano e seguace di Garibaldi, nel 1870 fu arrestato per la prima volta e tenuto per breve tempo in prigione. Decisivi per la sua formazione politica furono l'incontro con la sezione internazionalista di Napoli e l'amicizia con Giuseppe Fanelli e Carlo Cafiero. Durante i mesi della Comune di Parigi, Malatesta ruppe col mazzimanesimo e aderì al bakuninismo, aprendo un periodo della sua vita caratterizzato da una vivace attività di cospiratore, di ribelle e di perseguitato. Nel 1872 partecipò alla conferenza di Rimini nella quale fu data vita alla Federazione italiana dell'internazionale anarchica e, successivamente, al congresso antiautoritario di Saint-Imier, in cui si sancì la divisione dell'internazionale. Arrestato varie volte tra il 1872 e il 1874, Malatesta divenne, in Italia, il più vivace sostenitore dell'insurrezione repentina e violenta. Nel 1877 fu tra gli organizzatori della spedizione nel Matese: arrestato, subì un periodo di 18 mesi di carcere preventivo, ma il processo di Benevento del 1878 lo vide assolto insieme ai numerosi compagni. Uscito dal carcere, Malatesta fu costretto all'esilio, prima in Svizzera poi a Londra, da dove continuò la propria attività di propagandista dell'ideale anarchico. Rientrato in Italia nel 1883, iniziò la pubblicazione del foglio "La questione sociale", che ebbe una funzione di punta nel movimento anarchico italiano. Nuovamente condannato dalla giustizia italiana per le sue idee, nel 1884 fuggì in Sudamerica e riprese in Argentina la stampa del suo giornale. Rientrato in Europa, fondò un nuovo periodico, "L'associazione", dalle cui pagine propose di dare vita a un partito antielezionista e antiparlamentare, la cui fondazione venne sanzionata al congresso di Capolago (1891) e che segnò la ripresa del movimento anarchico dopo la crisi che questo aveva subito in seguito alla svolta evoluzionista di molti suoi componenti; per Malatesta furono, questi, anni di approfondita elaborazione dottrinale. Rientrato in Italia, nel 1897 diede vita al foglio "L'agitazione", ma nel 1898 fu nuovamente arrestato e confinato a Lampedusa, da dove riuscì a fuggire e a raggiungere l'Inghilterra prima e, successivamente, gli Stati Uniti. Rientrato in Europa ai primi del Novecento, elaborò il "Programma anarchico", manifesto ideale dell'anarchismo. Nel 1913, in seguito ad una amnistia, rientrò in Italia e pubblicò e diresse ad Ancona il periodico "Volontà". Fra i principali capi della "settimana rossa", fu nuovamente costretto all'esilio, proprio alle soglie del primo conflitto mondiale che lo vide schierato fra i sostenitori delle idee pacifiste e antimilitariste. Nel dopoguerra, a Milano, riprese l'attività di giornalista dando vita a quello che fu l'unico quotidiano del movimento anarchico italiano "Umanità Nova", e al quindicinale "Pensiero e Volontà". Oppositore del fascismo, morì a Roma, sorvegliato a vista dalla polizia.

INDIETRO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 b

CAFIERO CARLO

di: CARLO LEOPOLDO OTTINO - da: "Dizionario Enciclopedico UTET"

 

[...] Uomo politico (Barletta 1846 - Nocera Inferiore 1892). Rampollo della nobile famiglia dei marchesi Cafiero, ricchi latifondisti pugliesi, dopo aver conseguito a Napoli la laurea in giurisprudenza, fu addetto d'ambasciata nella legazione italiana in Belgio. Disilluso tuttavia dagli ambienti politico-diplomatici, abbandonò la pur promettente carriera nel 1865 intraprendendo numerosi viaggi in Europa: nel 1867 incominciò a frequentare i circoli rivoluzionari parigini e strinse a Londra con Marx ed Engels dei rapporti che avrebbero conservato per lui tracce durature. Acceso di entusiasmo, Cafiero divenne ben presto propagandista della Prima Internazionale nell'Italia meridionale. Recatosi a Napoli nel 1871, riorganizzò la sezione napoletana dell'internazionale e collaborò ai nove numeri del settimanale d'ispirazione bakuniniana "La Campana", uscito con il sottotitolo "Risorgimento della plebe" dal 7 gennaio al 10.3.1872. Nell'agosto 1872 presiedette la conferenza di Rimini (Primo congresso della federazione italiana dell'associazione internazionale dei lavoratori) che sancì la prevalenza della tendenza antiautoritaria rispetto a quello che, nel fervore delle polemiche, era stato definito il "comunismo autoritario tedesco" formulato da Marx. Era ormai in fase di maturazione l'orientamento verso l'anarchismo di Cafiero, che si era anzi recato in Svizzera, allo scopo specifico di conoscere personalmente Bakunin. La personalità del grande agitatore russo esercitò su Cafiero un profondo fascino: con Andrea Costa ed Errico Malatesta, egli divenne uno dei principali esponenti delle idee libertarie, nella prima epoca di sviluppo del socialismo italiano, pronunciandosi a favore della "propaganda del fatto", dell'azione diretta, cioè, esplicantesi sul piano insurrezionale o della pratica terroristica anche individuale. Assolutamente disinteressato e proteso alle esigenze della lotta di classe allora particolarmente violenta, Cafiero procedette in pari tempo, dopo la morte dei genitori da cui aveva tra l'altro ereditato ca. 200 ha di fertili poderi, alla liquidazione totale del suo patrimonio devolvendolo alla propaganda rivoluzionaria e al soggiorno di Bakunin in Italia: fu anzi proprio l'uso piuttosto disordinato fattone dal rivoluzionario russo e dai suoi amici che incrinò i loro rapporti nei pochi anni che precedettero la sua morte, avvenuta nel 1876. Implicato nei fatti insurrezionali del 1874, Cafiero fu prosciolto l'anno seguente per insufficienza di indizi. Ma la sua teorizzazione di "un prossimo futuro movimento a base di bande armate" doveva trovare, nell'incandescente situazione sociale seguita all'unificazione del Sud, applicazioni immediate seppur effimere: insieme col Malatesta, Cafiero ebbe funzione preminente nell'insurrezione del Matese, nell'aprile 1877, costituendo la cosiddetta "banda di San Lupo" e subendo in conseguenza ca. 17 mesi di carcere preventivo; soltanto il 25 Agosto 1878 un verdetto assolutorio gli restituiva, in precarie condizioni di salute, la libertà. Appunto durante la prigionia, egli elaborò il suo famoso e fortunato compendio del primo volume del Capitale apprezzato dallo stesso Marx e pubblicato dal Bignami nel 1879. Dopo la scarcerazione trascorse un periodo all'estero, riavvicinandosi al Costa che aveva frattanto abbandonato il movimento anarchico; del resto, il lavoro del Compendio aveva segnato anche per Cafiero l'inizio di un graduale, e assai travagliato, ritorno al marxismo. Nel 1883 la sua fibra già minata da lotte e persecuzioni cedette nella crisi inguaribile dell'infermità mentale; ricoverato per vari anni nel manicomio fiorentino di S. Bonifacio, fu poi inutilmente trasportato nella sua terra natia ed infine morì nel manicomio di Nocera Inferiore.

 INDIETRO