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POLIGNANO: DAL RISORGIMENTO AI GIORNI NOSTRI

da:http://www.comune.polignano-a mare.ba.it/storia.htm#DAL%20RISORGIMENTO%20AI%20GIORNI%20NOSTRI

Polignano aderì al movimento risorgimentale, tanto che ospitò una squadriglia della setta dei Filadelfi ed una vendita della carboneria con 75 affiliati, "Gli emuli di Catone". Intanto, nel 1818, con la bolla "De utiliori", Pio VII decretò la soppressione del vescovado, accorpandolo a Monopoli: comprensibile fu la perdita di prestigio per la cittadina. Recenti ricerche attestano che sarebbe stata ripristinata soltanto nel 1968, sebbene a titolo onorifico. Fra Reazione e brigantaggio, la situazione economico-finanziaria era piuttosto precaria, tanto da sollecitare un intervento dell'Intendenza di finanza per eseguire delle riparazioni a Cala Paura. Nel 1828 venne istituito il primo corpo di guardie urbane, composto da 56 unità. Nel 1837, mentre imperversava un'epidemia di colera, la cappella di sant'Antonio Abate (oggi scoglio dell'Eremita) venne trasformata in cimitero; l'anno dopo, il municipio chiese invano che San Vito venisse dichiarato porto di seconda classe, considerati anche i benefici che ciò avrebbe potuto arrecare ai centri limitrofi. A Polignano furono assegnati un giudice ed un gendarme; rimase senza esito, invece, la richiesta delle carceri. Durante il regno di Ferdinando II, Polignano divenne focolaio di ribelli, capeggiati dal teologo Giuseppe Del Drago che, dopo il retro-front del sovrano sulla Costituzione (1848), entrò nella Dieta di Bari per rovesciarne il potere. L'iniziativa gli costò una condanna a ventisei anni di carcere: la cittadina fu privata della guardia nazionale e delle armi, trasferite a Bari. Mentre venivano istituiti l'ufficio postale e quello telegrafico, nell'agosto 1862 il consiglio municipale deliberò di aggiungere al nome di Polignano la dizione "a Mare": modifica sancita da un regio decreto firmato da Vittorio Emanuele II. Erano gli anni del brigantaggio, che vide in prima linea il polignanese Francesco Saverio L'abbate: dopo aver aderito alla banda di Pasquale Romano di Gioia del Colle, ne creò una propria, reclutando i suoi uomini nel circondario. Fu ucciso nel gennaio 1863, nella masseria Carbonelli, al confine con il territorio di Conversano. Ebbero vita breve due tentativi di istituire un ginnasio privato, negli ultimi decenni del secolo XIX. In quegli anni nasceva il primo stabilimento balneare, Cala Paura, cui ben presto si aggiunsero Grottone, Santa Caterina, la Grotta Palazzese, Cala san Giovanni. Nel 1880, per carenza di acqua potabile, il Comune deliberò la costruzione di alcune cisterne, alla Trinità ed in località Starsa, sotto il ponte della ferrovia. Sette anni dopo, a Dogali, durante l'eroica guerra coloniale, caddero i polignanesi Onofrio Ressa e Raffaele Montanaro: il loro sacrificio venne ricordato con una lapide in marmo, collocata sotto l'arco marchesale e, più tardi, con l'intitolazione di una strada, nella zona centrale.

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