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PER OPPORTUNA CONOSCENZA
Poi, alla fine, i fatti hanno
confermato che Beppe Grillo fa un po’ come gli pare e che
“noi” non abbiamo politicamente nulla a che fare con lui e le s=
ue
strampalate teorie semiprofetiche.
Lo dimostra la grettezza di un
articolo sfornato giorni fa da un suo “dirigente” torinese in
merito alla vertenza Villella.
È questa la prova provata c=
he
noi accogliamo tutti nelle nostre rubriche, purché si rispettino le
rigide regole redazionali ed i nostri principi.
Buona lettura e non vi arrabbiate
troppo.
Cap.
Alessandro Romano
Per chi volesse scrivere a Grillo & C.=
strong>
(Le evidenze in rosso sono della nostra Redazione)
D=
al
sito del Movimento 5 Stelle, sezione di Torino
<= o:p>
Un problema del cranio
(di Vittorio Bertola) 13.0=
1.13
19:37
http://www.beppegrillo.it/listec=
iviche/liste/torino/2013/01/un-problema-del-cranio.html
Qual è, secondo voi, la priorità =
del
consiglio comunale di Torino di domani? Probabilmente vi aspettate che sia =
la
discussione sui blocchi del traffico anti-smog (sui quali peraltro ribadiam=
o la
posizione espressa da mesi), e invece no: il Partito Democratico ha chiesto=
di
mettere al primo punto la mozione, presentata dal consigliere calabrese del=
PD
Domenico Mangone, di restituire e seppellire il cranio del bandito ottocent=
esco
Giuseppe Villella, conservato nel Museo Lombroso.
Anche se alla fine l’ordine è stato
invertito, la discussione sarà calda; i consiglieri comunali stanno
ricevendo decine di mail dalla Calabria che li invitano a votare a favore.
Difatti è stato il sindaco di Motta Santa Lucia, paesino dei monti
calabri di cui Villella era originario, a portare in causa il Comune e
l’Università di Torino ottenendo dal tribunale di Lamezia una
sentenza che li obbliga a restiuire il cranio al Comune d’origine, che
per legge esegue la sepoltura in assenza di parenti; anche se la sentenza
qualche giorno fa è stata sospesa dopo l’appello.
Difatti, la legge – articoli 410-413 del
codice penale, articolo 32 del Regio Decreto 1592/1933 e articoli 40-42 del
D.P.R. 285/1990 – permette l’uso di cadaveri di persone prive di
parenti per studi scientifici, ma per un tempo determinato; alla fine tutti
devono essere seppelliti o cremati, per rispetto della dignità
dell’essere umano. Però è vero che, una volta che le
spoglie umane entrano nel patrimonio di un museo, se rivestono valore ̶=
0;etnoantropologico”
sono riconosciute come “beni culturali” e come tali “non
possono essere distrutti” (articoli 10 e 20 del D.Lgs. 42/2004).
Insomma, messa sul piano del rispetto delle
spoglie, si tratta più che altro di una questione di sensibilit&agra=
ve;
e di coscienza, su cui ognuno può pensarla come vuole: è infa=
tti
indubbio che ci sia secondo molti (inclusa l’associazione dei musei) =
un
momento in cui le spoglie umane diventano bene culturale e reperto scientif=
ico,
altrimenti non potremmo esporre nemmeno le mummie egizie e gli scheletri
dell’uomo di Neanderthal – cosa che peraltro altri invece riten=
gono
giusta.
Per questo motivo, il Movimento 5 Stelle
lascerà libertà di coscienza e Chiara probabilmente voter&agr=
ave;
contro la mozione, mentre io, se la discussione rimarrà su questo pi=
ano,
voterò a favore auspicando la sostituzione del cranio con un calco,
coerentemente con le posizioni già espresse. Infatti, solo poche
settimane fa, sono stato io a sollevare la questione della “mostra=
221;
Human Body Exhibition, per la quale l’intera città è st=
ata
riempita di gigantografie pubblicitarie di cadaveri scuoiati e messi in pose
buffe, con il patrocinio della Città. Alla mia interpellanza
l’assessore ha risposto che tutto era regolare e che si trattava di
cinesi condannati a morte e usati con il permesso del governo di Pechino,
giustificazione che a me, sul piano etico, pare del tutto insufficiente.
Il problema, però, è che la
discussione facilmente non rimarrà su questo piano. Il testo della
mozione, difatti, è infarcito di attacchi alle qualità di
scienziato di Cesare Lombroso, arrivando verso la fine a insultare la nostra
Università accusandola di avere aperto un museo che espone reperti
“senza alcuno scopo scientifico” e a riportare, anche se in
politichese, la richiesta di non intitolarlo più a Lombroso; e, al f=
ondo
della prima pagina, accusa Lombroso di avere inventato il “razzismo
scientifico” e gli attribuisce addirittura la responsabilità di
avere pregiudicato “un equilibrato sviluppo del Paese”, insomma=
lo
ritiene responsabile dell’arretratezza attuale del Meridione. Se ques=
te
accuse resteranno nel testo della mozione, il mio voto finale sarà
contrario, dato che non le posso assolutamente condividere, e vi spiego
perché.
Esiste da diverso tempo nel Meridione una campa=
gna
di revisionismo storico, tesa a presentare l’unificazione d’Ita=
lia
come una conquista coloniale del Piemonte, che avrebbe occupato militarment=
e il
Regno delle Due Sicilie, ricco e moderno, e l’avrebbe depredato, caus=
ando
così la povertà attuale del Mezzogiorno, che senza i Savoia
sarebbe oggi un’isola felice e borbonica. Di questa campagna, Villella
è un simbolo due volte; la prima perché fu un brigante, morto=
in
galera dopo essere stato catturato dalla polizia mentre era latitante nei
boschi, e dunque secondo i Neoborbonici un eroe della resistenza contro
l’occupante “straniero”; la seconda perché proprio
dallo studio del cranio del Villella Lombroso derivò la teoria
dell’“atavismo criminale”, per cui alcune caratteristiche=
della
forma del cranio, piuttosto diffuse in Meridione, sarebbero state correlate=
a
una maggiore propensione alla criminalità.
Da questa campagna nascono pamphlet
illeggibili e infarciti di vittimismo, come il tremendo Terroni di Pino Apr=
ile, per cui pure Grillo tempo fa si prese una sbandata. Partendo da alc=
uni
episodi storici della guerra d’indipendenza, come le terribili stragi
compiute dall’esercito savoiardo in alcuni paesi meridionali appena
conquistati, si arriva a sostenere l’analog=
ia tra
Vittorio Emanuele II e Hitler e a sostenere “fatti” estremamente
improbabili, come quello per cui il Forte di Fenestrelle sarebbe in
realtà stato un lager pieno di meridionali in catene. E se arriva uno storico serio come Alessandro Barbero a
dimostrare che ciò non è mai accaduto, gli si risponde che lui
è piemontese e dunque senz’altro intenzionato a manipolare la
storia contro i meridionali; al punto che la Provincia ha persino concesso =
di
affiggere nel forte una targa che commemora le inesistenti
“vittime” di questa vicenda (Saitta e i suoi grandi elettori so=
no
calabresi…).
E quindi, ora si chiede al consiglio comunale di
Torino di abbracciare questa teoria, di dire che Lombroso era un criminale
razzista e che per lui dobbiamo chiedere scusa, e anzi che dobbiamo censura=
rlo
dalla storia della scienza. Che la teoria dell’atavismo criminale sia
scientificamente infondata non c’è più alcun dubbio; ma=
lo
possiamo dire ora, dopo centocinquant’anni. Che
fosse studiata apposta per fomentare il razzismo contro i meridionali &egra=
ve;
invece una castroneria, se non altro perché il secondo
“brigante” studiato da Lombroso, Vincenzo Verzeni, era delle
campagne bergamasche, e perché la gran parte delle spoglie contenute
nella sua collezione e ora nel museo sono di piemontesi.
Inoltre, il fatto che Lombroso abbia in vita
proposto delle teorie successivamente rivelatesi infondate e magari persino
fantasiose non è di per sé sufficiente per negarne la statura=
di
scienziato o peggio definirlo un criminale; è, in realtà, il =
modo
normale in cui la scienza procede, e moltissimi grandi scienziati sostenner=
o in
vita teorie sbagliate e ai nostri occhi incredibili.
Isaac Newton, a cui dobbiamo la legge di
gravità, era in realtà principalmente un alchimista; credeva
all’esistenza della pietra filosofale, che avrebbe trasformato i meta=
lli
in oro e donato l’immortalità, e passò la vita a cercar=
e di
produrla. Nikola Tesla, il genio dell’elettromagnetismo, credeva che =
la
Terra assorbisse i raggi cosmici e grazie ad essi si espandesse costantemen=
te
come un palloncino, spiegando così la deriva dei continenti. E,
già nella nostra epoca, Watson e Crick, premi Nobel per la medicina =
in
quanto scopritori del DNA, si sono resi protagonisti di teorie alquanto
surreali; secondo Crick, il DNA sarebbe giunto sulla Terra dallo spazio,
speditoci dagli alieni mediante una cometa, mentre Watson, non più di
cinque anni fa, è diventato nuovamente famoso per aver sostenuto che=
i
neri sono geneticamente più stupidi dei bianchi, nonostante tutte le
prove contrarie.
Eppure, nessuno si sogna di togliere il premio
Nobel a questi scienziati o di sostenere che tutto ciò che hanno fat=
to
non è scientifico e va censurato. Al contrario, la scienza impara dai
propri errori, e proprio perché alcune teorie sono infondate è
importante documentare come vennero concepite e propugnate all’epoca.=
Inoltre, non tutto ciò che scrisse Lombr=
oso
è infondato; anzi, dalle sue ricerche nacquero la moderna medicina
legale, la criminologia scientifica, e persino alcune delle teorie
psicanalitiche di Freud. Lombroso fu anche il maestro di tanti altri scienz=
iati
illustri, tra cui Camillo Golgi (premio Nobel per la medicina nel 1906) e M=
ario
Carrara (uno dei pochi professori a rifiutare il giuramento di fedelt&agrav=
e;
al fascismo, a cui tuttora è intitolato il parco della Pellerina), e=
di
quella scuola di medicina torinese da cui nei primi decenni del Novecento
emersero poi ben tre premi Nobel (Dulbecco, Luria e Levi Montalcini). Non
c’è nessun motivo né per censurarlo, né per nega=
rne
il valore scientifico.
Quella di prendere una parte di
verità e di ingigantirla in modo assurdo per sostenere le proprie te=
orie
è peraltro una consuetudine dei Neoborbonici. Dal fatto che a Napoli fosse stata costruita la prima ferrovia
d’Italia si inferisce che il Sud fosse tecnologicamente molto pi&ugra=
ve;
avanzato del Nord, e dal fatto che ci siano state delle rivolte contro i Sa=
voia
si conclude che nessuno al Sud volesse l’Unità d’Italia;
fosse vero, non si capisce come lo stato di Napoli possa essere capitolato =
di
fronte agli avventurieri di Garibaldi. Per il fatto che i ricchi forzieri d=
el
re di Napoli siano stati incamerati dai Savoia si afferma che lo stato ital=
iano
in centocinquant’anni ha impoverito il Sud più di quanto
l’abbia sovvenzionato (la realtà è che, grazie al tipico
stile di governo della politica italiana, ci ha impoveriti tutti).
E dalla violenta repressione di alcune
rivolte si conclude che i Savoia erano razzisti e volevano organizzare la
pulizia etnica dei meridionali, quando quello era semplicemente il normale
stile di gestione dell’ordine pubblico nell’Ottocento
C’è un altro movimento politico che
adotta le stesse tecniche di manipolazione della storia in chiave localista:
è la Lega Nord. Il Movimento Neoborbonico è lo specchio perfetto della L=
ega
e ha lo stesso obiettivo: a parole, spaccare l’Italia, e
più concretamente, usare l’orgoglio campanilistico di una parte
della società per garantirsi visibilità, potere
e poltrone.
Ma io sono orgoglioso di essere torinese, piemontese, italiano ed europeo; sono orgoglioso dei miei tre quarti piemon= tesi – dalla città, dalle colline astigiane e dalle risaie casalesi – come del mio quarto di nobiltà napoletana. Sono stato in que= lla parte della Calabria solo due mesi fa, dal mare fino alla Sila passando per= il centro storico di Cosenza, e credetemi, è davvero bellissima. Ogni angolo d’Italia ha una storia, una cultura e un ambiente unici al mon= do, e invece di litigare su storie di secoli passati dovremmo chiederci come tutelare tutte queste diverse culture dal declino e dalla globalizzazione.<= o:p>
Se dunque nella mozione resteranno gli attacchi
alla figura di Lombroso e i riferimenti all’ideologia neoborbonica, a=
nche
il mio voto non potrà che essere contrario, come lo sarebbe a una
mozione leghista che prendesse di mira i meridionali. Ad ogni modo, siamo q=
ui
per parlarne e dunque sono lieto di ricevere i commenti dei cittadini torin=
esi
e di chi vorrà prendere parte alla discussione.