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COMUNICAZIONE DEI SINDACI DI S. LORENZO MAGGIORE E DI S. LUPO AL SOTTO PREFETTO DI CERRETO SANNITA

da: "San Lorenzo maggiore e dintorni" di Vincenzo Mazzacca - A.G.M. Edizioni - Ceppaloni (BN) - 1998

 

Il Sindaco di S. Lorenzo, Giacomo Retez, in data 5 luglio 1880, comunicò al SottoPrefetto di Cerreto di essere venuto a conoscenza che la mattina del 2 luglio 1880, verso le ore 9,

"si presentava al casotto ferroviario 125, posto al di là del traforo, alla contrada Starze di Guardia Sanframondi, un individuo sconosciuto, con fucile ad una canna, vestito decente (di circa 40 anni, statura piuttosto alta, corporatura snella, barba rasa, colorito brano). Egli diresse le seguenti domande a Tacinelli Vincenza fu Giovanni (sola nel casotto) moglie del cantoniere Giuseppe Barbato di questo Comune, cioè che numero di guardiani si trovavano in quel casotto stesso, e quanto grano poteva raccogliere il ricco proprietario (laurentino) Vincenzo De Lucia fu Matteo, dal fondo di costui in quella contrada. Credei mio dovere - continua il Sindaco Retez - inviare subito colà una pattuglia unito all'Arma dei Carabinieri di S. Lupo per raccogliere le opportune notizie. La pattuglia ha saputo che l'ignoto individuo prese la volta del bosco di S. Stefano, guadando il fiume Calore. Nel dare partecipazione di quanto sopra a V.S. le dichiaro che qualora la banda di malfattori si aggirasse per questo tenimento non mancherò, anche con mezzi pecuniari, di riuscire all'intento".

Nel chiudere il rapporto sopra riportato:

"mi si presenta - continua il Sindaco Retez - il Sergente Comandante il distaccamento del 38° Reggimento, qui stabilito e mi comunica d'essere stato richiamato a Cerreto, sede del Comando, e muovera' da qui oggi (5 luglio 1880) verso le ore 2 pomeridiane. I fatti esposti a V.S. nel riferito rapporto di pari data (5 luglio 1880), il reclamo del mio amministrato Vincenzo De Lucia per essere riguardata la sua vita e le sue sostanze, e l'allarme cresciuto per tal fatto in questo paese, mi obbligano rivolgermi a V.S. acciocché voglia prendere tutta l'autorità e solerzia per far ritirare l'ordine (di spostare il distaccamento a Cerreto) che non so a che conseguenze potrebbe portare nel mio paese. Le dichiaro nel contempo che nel caso che questo Comune dovesse rimanere senza forza (militare) rassegno con la presente nelle mani di V.S. le mie dimissioni da Sindaco, non potendo rimanere in carica senza mezzi di garanzia per questi miei amministrati".

Difatti, nello stesso giorno (5 luglio), l'Assessore anziano Luigi Melchiorre comunicò al Sotto-Prefetto:

"Il Sig. Sindaco avendo questa mane presentato le sue dimissioni, mi fo io l'obbligo di assumerne le funzioni e riferire alla V.S. altri fatti. Sono giunti in questo Comune, trafelati e ansanti i Signori Flaviano Foschini e Filippo Sebastianelli entrambi di Guardia Sanframondi, i quali passando per la contrada Forma, tra il confine di Guardia e questo Comune ed essendo stati avvertiti che a breve distanza da loro erano appiattati alcuni individui armati, si sono dati alla fuga e si sono rifugiati in questo abitato. Tale fatto dà molto a temere e fa ritenere con certezza che i masnadieri si aggirano per le campagne di questo Comune. Ecco perché io nel darne conoscenza alla S.V. la prego di disporre immediatamente per la sicurezza dei liberi cittadini dichiarandole che, ove mai tale preghiera non venisse accolta, riterrà anche le mie dimissioni e dei miei colleghi di Giunta".

Se tale era la situazione della sicurezza pubblica a S. Lorenzo Maggiore, non diversamente era a S. Lupo, come si può notare nella lettera inviata il 5 luglio 1880 dal Sindaco G. De Angelis al Sotto-Prefetto di Cerreto:

"Sentomi nel dovere riferire d'urgenza a V.S. Ill.ma - dice il Sindaco G. De Angelis di S. Lupo - che questo Comune per la sua topografica posizione potrebbe facilmente essere funestato con la comparsa dei briganti che scorrono per le campagne dei Comuni limitrofi e lontani. La stazione dei Reali Carabinieri, qui residente, è scarsa di numero e per adempiere agli ordinari servizi del giorno, resta ridotto a uno o due (carabinieri). D'altronde, poco assegnamento può farsi sulle braccia del paese, poiché la popolazione, essendo tutta rurale, ora trovasi occupata più che mai nei lavori campestri per la messe... Quindi per siffatte circostanze troppo chiare, fa mestieri, urge, che un distaccamento di soldati di linea venisse qui. E siffatto provvedimento, che pronto si chiede, non solo arrecherebbe la sicurezza al Comune, ma si verrebbe altresì a formare un punto strategico, coordinato al sistema generale adottato per la distruzione di questa novella banda armata. Sono sicuro che V.S... vorrà disporre che venga a stabilirsi qui un distaccamento di linea...".

Le dimissioni del Sindaco Giacomo Retez di S. Lorenzo Maggiore e le minacce del suo Assessore anziano, Luigi Melchiorre, di dimettersi insieme a tutta la Giunta, come pure la richiesta urgente del Sindaco G. De Angelis per l'assegnazione di un distaccamento militare di linea a S. Lupo, sia per la particolare posizione topografica del luogo sia per rinforzo alla locale Stazione dei Carabinieri, ebbero il loro effetto per la tranquillità dei due piccoli centri funestati dalla comparsa dei briganti [NOTA]. Ne è prova la lettera del 7 luglio 1880 con la quale il Sindaco Retez comunicò al Sotto-Prefetto di Cerreto Sannita il ritiro delle sue dimissioni nella speranza che non sarà privato del solito appoggio militare nel disimpegno delle sue funzioni di Sindaco. Inoltre, in data 17 luglio 1880, il Prefetto di Benevento, D. Giorgetti, inviò ai Sindaci della provincia la seguente comunicazione:

"URGENTE: Il Governo del Re, essendo fermamente deciso di liberare subito questa Provincia dei tre briganti Cosimo Giordano di Cerreto, Libero Albanese e Mariangelo Piazza di Guardiaregia, ha elevato a lire ottomila il premio promesso a chiunque farà ottenere la cattura del brigante Cosimo Giordano, rimanendo stabilito a lire mille quello per la cattura dei briganti Libero Albanese e Mariangelo Piazza".

 

 

 

 

 

 

 

 

[NOTA] La tempestività scrupolosa della corrispondenza epistolare, fra il Sindaco di S. Lorenzo Maggiore e il Sotto-Prefetto di Cerreto Sannita, è possibile rilevarla già in una precedente comunicazione, datata 12 giugno 1866 e relativa alla malavita e a certi indizi politici locali ritenuti sovversivi. In tale comunicazione, il Sindaco di S. Lorenzo Maggiore, Filippo Brizio, così comunicava al Sotto-Prefetto di Cerreto Sannita: "onesto giovinetto Antonio Di Libero di Pietro di questo Comune mi ha detto che giorni indietro il controscritto individuo Raffaele B. di qui naturale, nel portarsi in campagna unito a Lorenzo C. di Francesco, pronunciava queste parole, cioè che Garibaldi è ritornato e nessun saccheggio si era avverato (parole ritenute di colore sovversivo e pericoloso). Essendo intanto Raffaele B. all'istato fra i malviventi di questo Comune e perché le sue cattive idee vengono così a suonare nelle nostre orecchie, La prego di emanare i provvedimenti all'uopo".

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