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MORCONE

 

…… la sera del 15 agosto 1860, dopo che il popolo aveva assistito in piazza all'esibizione della banda musicale ed ai fuochi di artificio, alcuni facinorosi, armati di scuri e di mazze, inscenarono, sotto la guida di Domenico Colesanti, una manifestazione per protestare contro la concessione della costituzione, l'abolizione della guardia urbana e l'istituzione della guardia nazionale. Costoro, al grido di Viva Francesco II si scagliarono minacciosamente contro la banda musicale, costituita per la maggior parte da elementi della guardia nazionale, disperdendola in un batter d'occhio. Fatti arditi da questo primo successo, tentarono di occupare il corpo di guardia. Ma qui i nazionali, riavutisi dalla sorpresa, si difesero con vigore e non si fecero disarmare. Nel tumulto che seguì il Colesanti percosse la guardia Andrea de Ciampis e restò a sua volta ferito da un colpo di fucile. A questo punto i disordini cessarono improvvisamente e tutti i manifestanti si dileguarono. I nipoti del Colesanti (Giovanni, Nicola e Pietro Paolo), convinti che a sparare contro il loro congiunto fosse stato il de Ciampis, armati di fucile lo raggiunsero presso la chiesa dove si era fermato a chiacchierare con dei conoscenti. Giovanni Colesanti lo colpì con una fucilata alle spalle mentre a Nicola l'arma faceva cilecca. Il colpo mortale fu sparato da breve distanza. Infatti nella ferita, durante l'autopsia, fu ritrovata la stoppa insieme al proiettile ........ Alla sommossa presero parte ventuno individui: Carlo Boccaccino, Luigi Boccaccino, Domenico Colesanti, Simone Chiaravalli, Raffaele Crosta, Filippo Cusano, Domenico di Lella, Cristofaro di Mella, Giuseppe Mazzucco, Rocco Mobilia, Antonio Petrillo, Arcangelo Pizzella, Arcangelo Polzella, Francesco Polzella, Francesco Prozzillo, Berardino Pulsano, Nicola Ruzzo, Pellegrino Ruzzo, Marcellino Tronto, Pasquale Valletta e Nicola Venditti. Solo otto di essi (Colesanti, di Lella, Mazzucco, Pellegrino Ruzzo, Carlo Boccaccino, Luigi Boccaccino ed Arcangelo Polzella) furono imputati per attacco e resistenza alla forza pubblica; gli altri furono considerati dei semplici schiamazzatori (Sezione d'accusa della corte di Appello di Napoli, vol. 83, sentenza n. 362 del 21 maggio 1863, Archivio di Stato di Napoli). [da: "La reazione borbonica in provincia di Benevento" di Mario D'Agostino, Fratelli Conte Editori, Napoli, 1987]

…. 20 luglio 1861 - una grave preoccupazione per la situazione nel territorio di Morcone è espressa in una lettera inviata il 20 luglio dal giudice di Morcone , Luigi di Giorgio, al Segretario generale degli Interni e Polizia: "L'istruzione dei processi che ha luogo per effetto della comitiva in queste campagne, mi fa certo che nelle montagne boscose di questo tenimento vi ha preso nido una banda di sessanta in settanta malviventi, i quali obbligano i pastori che hanno ivi li armenti, ad alimentarli sotto minaccia di vita e di fuoco. Intanto, nel 27 spirante, si facevano lecito rubare e disarmare del fucile il guardaboschi comunale, lasciando terrore nell'animo di tutti coloro che li incontravano, non senza insinuare pratiche nocive contro l'attuale governo, fingendosi sviscerati amanti dell'ex-re Borbone. Sono stato pure accertato che un numero esorbitante sta appiattato nei virgulti lungo il fiume incominciando quasi sotto Sassinoro e proseguendo verso la piana. Quivi arrestano quanti ne trovano e li spogliano di armi e di munizioni...La notte, lontano, aggrediscono le case rurali appartenenti ai proprietari di questo comune, dove non solo si provvedono di armi e di munizioni ma anche di cibarie per più individui.. .per maggiore afflizione vediamo giornalmente aumentarsi il numero dei malviventi naturali di questi paesi solo perché non sono repressi da alcuna forza. ..La posizione del paese è divenuta più triste di quella che non era nella scorsa settimana, dopodicchè, come io dubitava e riferiva, lo sbocco dei briganti da ogni parte si è avverato: quelli che sono sulle montagne appartengono a Cusano ed adiacenti paesi e quei che sono nei diversi punti del tenimento verso Cuffiano sono di Colle e di altri limitrofi paesi" ………

…… 22 luglio 1862 - l'amministrazione comunale di Morcone radunatasi d'urgenza decide con delibera del 22 luglio '62 di provvedere da sé alla difesa…. Fortifica le case all'inizio e alla fine dell'abitato, dalla porta di S. Maria De Stampatis fino a quella della Rocca, dando mandato all'architetto Lorenzo Della Camera di procedere alle opere con i fondi all'uopo destinati. Per quanto attiene alla vigilanza, saranno in servizio permanente giornaliero due squadre di Guardie Nazionali affiancate da altri dieci uomini di riserva ……. Nel contempo impiegati e liberali andranno in giro a "catechizzare gli ignoranti per quanto riguarda le utilità del nuovo regime costituzionale" …..

……. 14 marzo 1863 - nel di 14 Caruso con cento dei suoi si vide attraversare la piana di Morcone; poi andò in casa di Mariantonia Bilotta, che era situata in contrada Fontana della Vetica, ed ivi, a base di minacce, si fece consegnare cereali, salami ed altro ben di Dio per sfamare cavalli e cavalieri ….. ciò avvenne poco dopo il mezzogiorno…… a circa un'ora di notte, lo stesso capo brigante, accompagnato da nove dei suoi più terribili subalterni si recò alla taverna di Alfonso Falasca, in contrada Gorgoglieto, e quivi, rubò, in danno del Falasca, nonché di Beniamino Argenti e di Michele Maccherona, addetti al servizio della posta, e di Vincenzo Schioppa, carrettiere, diverse vettovaglie e otto cavalli. In fine si prese, in ostaggio, Pasquale Florio De Maria di S. Croce di Morcone, che, reduce da Napoli, e, prevedendo l'incontro dei briganti, aveva cercato di far sosta, fino a giorno fatto, in quella taverna. Il De Maria, fatto montare a cavallo e circondato dai briganti, fu accompagnato in una vicina campagna, dove gli fu imposto di scrivere al padre, domandandogli il prezzo del suo riscatto, ma, per l'incertezza della luce, fu fatto ritornare nella taverna del Falasca, dove Caruso gli dettò la seguente lettera: "Mio caro padre, vi prego di inviarmi ventimila ducati, pperchésto tra gente che li vogliono, e presentatevi da Don Nicola Sentinella, altrimenti pensate voi mandate denari di oro se li trovate. Per tutto domani ad ora 15 e non fate venire la forza. Vostro figlio Pasquale Florio De Maria - Il capo Michele Caruso" …. Il ricattato, dopo tre ore di palpiti, visto che i briganti dormivano, fuggì ……. per la verità il De Maria ha la prontezza di spirito di mostrarsi accondiscendente e frastornato; l'oste gli strizza l'occhio e profferendosi in inchini, versa abbondandemente da bere. De Maria riprende a sperare, nel mentre vede il colonnello Caruso tracannare boccali senza rispasrmio; profitta del sonno profondo degli ubriachi e si mette in salvo….. non trovandosi il giorno dopo, Caruso senza commenti, divide la comitiva in piccoli gruppi per non dare troppo all'occhio …….

……. 25 marzo 1863 - nelle prime ore del 25 i componenti la banda Caruso ricomparvero nel territorio di Morcone ed ivi si dettero a scorazzare per le contrade Corte Gorgoglietto Spinosa. Per passatempo consumarono grassazioni in danno di Alfonso Falasca, Antonio Fusco, Luigi Parlapiano, Pasquale De Carlo, Alfonso Pasquale, Domenico Giustiniani ed Antonio Amoroso. Amministrarono poi, generose legnate a Domenico Ciampa, perché ritenuto linguacciuto……..

…….. 24 aprile 1863 - un plotone del 45° fanteria, venuto a conoscenza che Caruso era ricomparso nel mandamento di Morcone, si diede ad inseguirlo. Nella precipitosa fuga, Caruso lasciò nelle mani della truppa, tre cavalli ed alcune armi ……

….. 28 a 39 aprile 1863 - verso le ore 24 del 28 aprile, così diceva alle autorità di pubblica sicurezza, Antonio Mancini: "mentre ritornavo dal travaglio, e mi conducevo, per cenare in casa di mio padre, fui, in contrada Cuffiano, preso da quattro individui armati di schioppi e pistole e forzatamente m'imposero di montare a cavallo. Aggiusero che, se mi fosse cara la vita, di non gridare. Cavalcando, cavalcando giungemmo in contrada Selvapiana, dove erano altri 24 individui del pari bene armati ed ognuno fornito di cavallo. Fatta una sola compagnia prendemmo la via del bosco Botticella, che trovasi nel tenimento di Fragneto, ed ivi si pensò far sosta, essendo la notte già inoltrata. La mattina del 29 da un tale, che si faceva chiamare colonnello Michele, fu dato ordine di metterci in marcia, e, verso sera, giungemmo nelle Puglie, dove si unirono a noi altri cento e più individui tutti a cavallo ….. nel mattino del 30, mentre stavamo presso una masseria, le nostre sentinelle gridarono: Alle armi! Alle Armi! E fu allora che tutti quei briganti montarono a cavallo e si dettero a precipitosa fuga senza curarsi più di me" ……

…. 8 a 10 maggio 1863 - dietro amichevole convegno fra Schiavone, Coppa, Sacchettiello, Andreotta e Pio, fu deciso di formare una sola compagnia a scopo di distruggere la Guardia Nazionale di Morcone, che si era prefissa di annnientare i briganti. Infatti quei bravi militi covadiuvati da parecchi soldati vennero in contatto con i briganti, la mattina del 9, fra S. Croce e Morcone, e, dopo una mezz'ora di combattimento, si trovarono dall'una e dall'altra parte morti e feriti ……in particolare ….. come d'intesa, i capibanda Schiavone, Ricciardelli, Antonio Secola ed altri, convengono a Morcone per dare quella memorabile lezione alla Guardia Nazionale …. Fra i componenti sono riconosciuti Filomena amica di Schiavone, Maria Luisa Ruscitti di Caruso, partecipano Antonio e Domenico Lisbona, Esposito, Antonio Petruccelli, Baldassarre il giumentaro, Ponzio e Salvatore, Antonio Del Grosso, i manutengoli Mucciacciaro soprannominato Violone, il Cardillo e Longo Squarcione hanno già provveduto ad ammassare viveri ed armi alla masseria Fuschi ….. quando il proprietario sarà scoperto, a sua discolpa dirà che aveva dovuto farlo; testimoniano a suo favore molti morconesi che nel dicembre 1862, il Fusco fu privato del padre, ucciso brutalmente dai briganti del capobanda Marco De Masi da Foiano Valfortore . Prima di dare inizio alla spedizione, Caruso si porta in contrada Spinosa per compiere grassazione ai danni di Berardino e Pacifico Parlapiano per duemila ducati. Pacifico si slancia in difesa del padre, ma viene sopraffatto; i due a causa delle percosse ricevute con il calcio dei fucili; resteranno inabili al lavoro per trenta giorni. Indi piomba sulla consolare che da Napoli porta a Campobasso, fermandosi in contrada Sferracavallo in attesa della diligenza detta "La Giornaliera" che sarà scortata da soldati e Guardie Nazionali. Di poi in contrada Lorfoglieto assalta la baracca di coloniali di Pietro Bernardi, ma non vi trova il caffettiere. Fa razzia di caffè, zucchero, liquori e danni per un valore di ducati 12 e grana 44, pari a lire 52,87. Ancora in Lorfoglieto, ruba cavalli a Giovanni Lupano e ne sottrae un altro da sotto il traino a Mattia Loreto di professione trainante. ….. Ma per quanto si riferisce allo scontro tra le Guaidie Nazionali e la Compagnia del 45° di linea comandato dal capitano polacco Potoski, lasciamo che ne parli davanti al giudice Nicola Columbro e il cancelliere Annibale Ranieri del Mandamento di Morcone il testimone Antonio Bassanin fu Domenico di anni 24 celibe, calzolaio nato e domiciliato a Conegliano, provincia di Treviso, soldato del 45° di linea: "Verso le quattro p. m. del giorno 4 volgente mese mentre in unione dei miei compagni di arma perlustrava la via che mena a Campobasso perchè si attendeva la posta che doveva arrivare da Napoli, e che in quel dì ritardò di molto ci accorgemmo che verso la contrada Sferracavallo venivano degli individui armati di carabina e poichè noi rimanevamo a certa distanza da loro così in su le prime credemmo che fossero i cavalleggieri stanziati nella taverna di Sepino, anche perchè vicino i pantaloni distinguevamo delle fasce di color bleu come le usa quel corpo; ma approssimatici alquanto quella gente, ci accorgemmo che le persone a cavallo erano dei briganti. Si fu allora che li attaccammo ed anche una pattuglia di cavalleria composta di 14 uomini che ci sopraggiunse nel momento dell'attacco, fece alrettanto, ma poichè aveva terminato la munizione, dovè retrocedere, e noi soli restammo a far fronte a quei ribaldi al di là di 50, oltre a diversi che vedevansi nelle vicine masserie. Quantunque risoluta fosse stata la nostra difesa, pur tuttavia sopraffatti dal numero dei briganti, e dalla posizione poco favorevole che occupavamo, sventuratamente perdemmo otto dei nostri compagni, oltre ad un altro a nome Guglielmo Maurigi che non fu mai da me visto durante l'attacco, e che tuttavia è assente dalla compagnia. Scoraggiati dalla perdita dei nostri compagni e vedendo che niun soccorso avevamo, così facemmo fuoco di ritirata e potemmo a stento campare la vita. Durante l'attacco quell'orda brigantesca, ad alta voce imponeva di deporre le armi, dicendo che essa era la banda capitanata da Michele Caruso, e che quindi eravamo tutti perduti. Niuno di quei malandrini ci riuscì conoscere, solo accorgemmo che fra quella gente eravi una donna giovane di età, la quale era armata di una grossa pistola di cavalleria, e si batteva con coraggio sorprendente. Non saprei dire però se i suoi colpi avessero ferito alcuno dei nostri. Solo da un borghese di Sassinoro che si trovò presente all'attacco, appresi che quella spietata donna nel vedere i cadaveri de' miei compagni, vi passò per sopra col suo cavallo, dilegiandoli barbaramente, e volle inoltre che i suoi avessero fatto altrettanto. Appresi pure che quella donna era la druda di Giuseppe Schiavone [Filomena]. Attesa la confusione che regnava in quel momento, non sarei al caso di riconoscere veruno di quei briganti, nè la donna di cui sopra ho parlato. I miei compagni morti sono Ilario Tomaiello, Mascia Giovanni, Persano Pasquale, Mattei Berardino, Racca Eugenio, Vignati Angelo, Conti Angelo, Perini Michele".

….. 31 agosto 1863 ….. Caruso trovandosi in contrada S. Maria, che è in quel di Morcone, si avvide che tre dei suoi s'erano messi in fuga per andarsi a costituire alle autorità di Pontelandolfo. Caruso fattili inseguire, li fece condurre innanzi a sé, e, dopo averli interrogati sul movente che li aveva spinti a disertare e non bastando alle loro discolpe, ordinava che fossero uccisi. Eseguite le tre condanne disposte di catturare in morconese Michele Colesanti, che, da Morcone si recava a Pontelandolfo, dove faceva il cancelliere. La truppa, che si trovava in perlustrazione, mise in fuga i briganti e così il cancelliere Colesanti riusciva a fuggire.

….. 5 ottobre 1863 - verso la mezzanotte, Caruso, attraversando con 60 dei suoi una delle mulattiere che da Santa Croce del Sannio menavano a Morcone, seppe da uno dei suoi sotto-capi che il brigante Giuseppe Pellegrino, per fame, stava maledicendo il destino che lo aveva spinto a farsi brigante. Il Caruso, senza dir verbo, fece, con un gesto significativo condurre innanzi a sé il Pellegrino e, con una coltellata, gli trapassò il cuore; poscia ne ruzzolò il cadavere in un burrone…….. Arrivato in contrada Cuffiano, che fa parte del comune di Morcone, fece bussare ripetutamente alla masseria di Pasquale De Maria per aver foraggio per i cavalli e viveri, per la compagnia. Berardino Polzella aprì la porta e disse al Caruso che massar Pasquale trovavasi in Morcone e che di foraggio e di viveri non era il caso di parlarne, perché ne era senza…. Caspisco, disse il Caruso, che le autorità ti hanno imposto di rifiutarci il cibo; però sappi che chi ti parla è persona che non si fa menare pel naso, e, per dartene prova, scanno prima i tuoi e poi te. Dispose infatti in fila gli abitanti di quella masseria e fumando fumando li uccise l'uno dopo l'altro…… A giorno fatto un contadino che, per caso, si trovò a passare per la masseria di De Maria avendo visto quella massa umana crivellata da ferite andò a darne avviso ai carabinieri, i quali, recatesi, sopra luogo, ebbero a constatare che Luigia Pietrangelo, Berardino Polzella, Marta Zeoli, moglie di Berardino, e i figliuoli di questi Giuseppe, Mariantonia, Luigi, Domenico, e Michele erano stati prima sparati a bruciapelo e poscia ridotti a pezzi con colpi di accetta. Fra quell'informe massa umana vi erano tre creaturine, Michel, Domenico, e Luigi Polzella, che contavano rispettivamente 4, 7 e 9 anni!…….

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