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BRIGANTI A ROSCIOLO (L'Aquila)

di: Sandro Di Carlo

da: http://www.abruzzo4.intuttitalia.com/storia_monumenti/briganti.htm

Il fenomeno del brigantaggio espresse il disagio e la rivolta di diseredati, contadini e braccianti contro l'ordine costituito, gli eccessivi pesi fiscali, le angherie ed i soprusi dei potenti. Le azioni di saccheggio godevano quasi sempre della solidarietà e della simpatia delle classi umili, che, spesso, esaltavano il brigante come un eroe che rubava ai ricchi per dare ai poveri. Dopo l'unità d'Italia l'impervio territorio di Rosciolo, già posto ai confini di due Regni, fu meta preferita di alcune famigerate bande di estrema ferocia. La banda di Giovanni Colajuda di Tornimparte, capo brigante, alto di statura, di costituzione possente, barba nera e colorito bruno. Berardino Viola, di Tejeto, famigerato capo brigante, ricercato per estorsione violenta, grassazione, omicidio volontario, piazzato ai primi posti della lista nera dei fuorilegge da eliminare a qualsiasi costo. Altri temibili componenti di questi gruppi armati erano: Ferdinando Evangelisti di Lucori, Carmine Marcelli di Grotti, Vincenzo Sartori (ex gendarme borbonico) detto "Colonnitto" braccio destro del Luce Albino Ruscitti di Castelnuovo, Bonifacio Blasetti di Corona. Avvenimenti talvolta efferati accadevano non lontano da Rosciolo. Nella notte del 13 agosto 1866 vicino al lago della Duchessa ignoti sgozzavano 1217 pecore per vendetta contro il possidente noto argentario Domenico Vulpiani. Si racconta che il lago diventò rosso per la grande quantità di sangue versato. Ancora, dagli atti del Tribunale dell'aquila si rileva che: nella notte tra il 18 e il 19 maggio 1863 la banda guidata dal brigante esperto Giuseppe Luce di S. Anatolia si recò verso il Mulino di Torano. Mentre tutti dormivano, i briganti entrarono con i fucili spianati e le baionette innestate e sequestrarono il Capitano della Guardia Nazionale Alessandro Panei. I fuorilegge lo portarono sulla montagna di Corvaro e costrinsero il sequestrato a scrivere un biglietto di riscatto alla sua famiglia di 1102, pena la sua vita. Ma la sorte del disgraziato milite era già segnata, infatti il cadavere venne ritrovato in località "ghiaccio delle capre" ... tra due sassi e coverto da un ramo di ginepro... esecutore materiale della morte del Panei fu ritenuto Giuseppe Nicolai "Colonnitto" di Rosciolo che arrestato nel 1870 venne condannato a morte. In seguito il tribunale commutò la pena ai lavori forzati a vita. Nomi come: la Valle dei Briganti, la Rotte del Bandito, la Selletta dei briganti, testimoniano ancora oggi il passaggio di questi "fuorilegge" nella nostra zona.

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