| Brigantaggio Locale | Documenti | Personaggi | Briganti | Storia | Bibliografia | Recensioni | Link | Libro degli Ospiti | Home |

 

BRIGANTAGGIO A LONGOBUCCO

IL BRIGANTE "PALMA"

da: http://www.longobucco.cjb.net/

 

In origine, i coloni, per sottrarsi alle tirannie dei loro padroni, che li condannavano alla miseria, scappavano rifugiandosi e lavorando nelle campagne. Alcuni di loro, però per poter mantenere la propria famiglia, dovevano utilizzare la forza e diventarono Briganti. Questo nuovo modo di vivere serviva anche per vendicarsi delle umiliazioni subite dai ricchi. Un Brigante non era un assassino, che aggrediva ed uccideva i viandanti. Era piuttosto un uomo che voleva vivere nella campagna e, per poterlo fare, doveva ricattare i ricchi, impossessandosi di una parte delle loro richezze e sfuggire alla giustizia. Il Brigantaggio fu presente a Longobucco in due diversi periodi: 1806/10 e 1860/70. Questi periodi che resero tristemente famoso il paese, furono dominati da due figure differenti in tutto:

1- Antonio Santoro, detto "Re Curemme", era incolto, sanguinario e dotato di una forza fisica eccezionale, quasi animalesca;

2- Domenico Strafaci, detto Palma, sapeva leggere e scrivere, aveva un fisico piuttosto signorile ed utilizzava la furbizia e la scaltrezza piuttosto che la forza e la ferocia.

Il Santoro che si definiva generale, ma che era stato dichiarato da Ferdinando II semplice "tenente colonnello", amava agire con un gran numero di persone, quasi un piccolo esercito, riuscì, infatti, ad arruolare fino a 400 briganti. Il "Palma", invece, guidava una banda di 12/14 elementi che selezionava uno per uno, personalmente ed accuratamente, dai quali pretendeva fedeltà fino alla morte. Il primo periodo fu quello della dominazione francese. I francesi venuti in Italia al comando del generale Rejnier, incontrarono una forte resistenza proprio in Calabria perché erano mal visti dalla popolazione a cui toglievano le poche provviste e gli animali domestici necessari per il proprio lavoro. 17 ottobre 1806 assalirono Longobucco: bruciarono 130 abitazioni, uccisero alcuni inermi; saccheggiarono e deturparono le chiese. Agli inizi del 1807 il Santoro partecipò alla difesa di Amantea che assediata dai francesi dovette arrendersi dopo 37 giorni di strenua resistenza. Durante l'assedio di questa città avvenne la seconda spedizione punitiva contro Longobucco voluta da Giuseppe Compagna perché la banda Santoro aveva ammazzato il proprio fratello. Questa spedizione costò ben 30 morti e 50 feriti ai francesi. Nella primavera del 1807 il Santoro, rientrato dalla Sicilia dove si era rifugiato dopo la caduta di Amantea, occupa Crotone e costringe i "galantuomini' ed i possidenti a "donare" beni (coperte, animali, formaggi ecc.) per un valore di circa 40 mila ducati. Per questo il Santoro venne destituito dalla carica di tenente colonnello, arrestato e trasferito in Sicilia. La terza spedizione a Longobucco, per punire la popolazione che continuava ad ospitare briganti, venne compiuta nel novembre del 1808. I soldati trovarono il paese quasi vuoto. Saputo che i briganti si erano rifugiati nella contrada Petrone li circondarono. L'occupazione durò circa un mese costringendo la popolazione a cibare i circa 200 soldati alloggiati nelle vicinanze del paese e solo quando furono consegnate le teste di due capibanda, i francesi lasciarono Longobucco che ritenevano una 'spaventosa popolazione di fabbri e carbonai".

Il brigantaggio del secondo periodo fu dominato dalla figura di Domenico Strafaci, alias Palma, che nella leggenda popolare veniva considerato quasi un eroe perché difendeva i deboli e toglieva le ricchezze ai ricchi per darle ai poveri. Il Palma era incline a scrivere lettere e proclami sia per spiegare i propri comportamenti e sia per comunicare richieste di denaro o di provviste ai vari possidenti. Fece scalpore a quell'epoca il rapimento del giovane Giovanni de Rosis che fruttò al Palma il riscatto di 40 mila ducati, dati in prestito alla famiglia De Rosis da "amici" possidenti che comunque sottobanco se li ripresero dal Palma oltre che, naturalmente, aspettare il rimborso dei crediti a forti interessi e per lo più in natura, quali terreni e mandrie di animali. Il brigantaggio rappresentò per Longobucco una grave piaga in quanto per tutti gli anni che si verificarono tali avvenimenti la popolazione venne tenuta in condizioni pietose dalle spedizioni punitive e soprattutto dalle varie misure restrittive che impedirono il mantenimento e la crescita di tutte le attività economiche e produttive su tutto il territorio. Proprio all'indomani dell'unità d'italia, con una popolazione di circa 5.000 abitanti, si ebbero i primi spopolamenti delle campagne e soprattutto avvenne un accaparramento dei terreni migliori, (pascoli e arborati) da parte delle grandi famiglie nobili e ricche di Longobucco. Tutto questo causò un graduale impoverimento dei contadini che incominciarono a fare la spola tra Longobucco e le zone di marina dove andavano a raccogliere le olive e a lavorare nei vari "conci" baronali.

DOMENICO STRAFACI ALIAS PALMA

Non è possibile parlare dei singoli Briganti di Longobucco perchè sono stati molti, perciò parleremo di uno dei più rappresentativi e della sua banda. Domenico Strafaci, alias PALMA, per molti anni egli fu il re della foresta e creò intorno a se una specie di leggenda. Domenico Strafaci nacque a Longobucco il 16 agosto del 1831 da Maria Strafaci e da padre ignoto. Apparteneva alla classe dei braccianti più poveri. Frequentò le prime classi elementari e, divenuto adolescente abbandonò gli studi per lavorare. Nel 1860 Domenico Strafaci, divenuto ormani per tutti "Palma" insieme a Ralla, dopo si ribellò alla prepotenza di un ricco signorotto di Rossano, ed insieme lo presero a schiaffi. Questi per l'offesa ricevuta fece rinchiudere i loro familiari nel carcere di Longobucco, compreso il figlio di Palma di appena due anni. Allora Palma e Domenico de Simone, armati si presentarono nella contrada Ardilli a Giosuè Gallina, capomandria di Lorenzo Vulcano, gli spiegarono la loro situazione specificando che i loro familiari stavano marcendo in galera e lo obbligarono a procurargli la dovuta assistenza. Un giorno Palma fu visto a Cosenza insieme ad alcuni vagabondi, tra cui anche la banda di Faccione. Insieme fecero molti furti senza però ucccidere nessuno. E da quel giorno Palma divenne famoso. Palma, amante delle avventure, aveva un singolare coraggio, divenuto capo di una banda, diventò subito celebre. Per oltre un decennio visse tra i pericoli rischiando la morte. Quando qualcuno andava per aggregarsi alla sua banda, lui cercava di dissuaderlo e metteva a disposizione il suo denaro perchè potesse farsi difendere dai migliori avvocati del tempo, di modo da potersi mettere a posto con la legge senza divenire delle prede dei soldati, e passare la vita in fuga. Ogni persona che Palma sequestrò veniva trattata con tutti i riguardi. Egli era chiamato il protettore della povera gente. Infatti metteva a disposizione il suo terribile prestigio per difendere gli oppressi, riparare le ingiustizie, punendo i prepotenti, concedendo aiuto a tutti quelli che gli si rivolgevano; non di rado interveniva per dare ai nobili dure lezioni. La sua banda era composta da dieci o forse dodici persone. Era molto severo nello scegliere i suoi compagni, perchè da loro dipendeva il successo delle sue imprese. Conosceva ogni angolo delle montagne silane, era inafferabile, possedeva qualità eccezionali, era astuto ed era protetto dall'omertà della povera gente, verso la quale era di una generosità senza pari. Aveva anche un certo grado di istruzione, era onesto e infatti solo in rari casi, o per difendersi o per punire un tradimento, si macchiò le mani di sangue. Il 1865 440 soldati armati, guidati da abili comandanti, cominciarono una caccia spietata. La preda era Palma. Sparsa ormai la voce del pericolo che stava per correre il famigerato combattente, uomini e donne si recarono da chiesa in chiesa per celebrare messe onde ottenere l'aiuto dal cielo per il loro difensore. Ormai i soldati erano certi di averlo catturato, ma ancora una volta il re della montagna riuscì sfuggire all'armata. Qualche anno più tardi la famiglia De Rosis, che aveva contribuito a far imprigionare due briganti, si rifiutò di pagare una taglia richiestagli da Palma. Palma scrisse un manifesto di vendetta, sul quale affermava che durante l'estate, avrebbe bruciato tutto ciò che i Rossanesi e i Coriglianesi possedevano e che avrebbe fatto prigioniero il figlio di De Rosis. Infatti, una sera mentre questi stava rincasando, accompagnato da due guardie, vide due uomini addormentati su un poggiolo. Non preoccupato più di tanto, si stavano avvicinando a casa, ma i due uomini addormentati si alzarono di colpo e puntando alla testa delle due guardie un arma, presero il figlio di De Rosis e lo portarono fuori dall'abitato. Questo sequestro fu fatto per vendetta, perche la famiglia de Rosis si era rifiutata di pagare la taglia chiesta da Palma l'anno prima. Palma fece spargere la voce che il ragazzo sarebbe stato ucciso se non fosse stata pagata la taglia di 40.000 ducati. A queste voci i De Rosis si convinsero e pagarono. Una sera del 1869 circa alle ore 9:00 i briganti stavano cercando di uscire da un bosco con Palma in testa ma si presentò dinanzi a lui il guardiano Librandi Pietro che con prontezza tirò un colpo che ferì gravemente Palma... dopo tre ore morì

BANDA DI PALMA

Strafaci Domenico alias Palma

Majo Luigi alias Catalano

Fociniti Vincenzo alias Teo

Marino Francesco alias Lucario

Zumpaio Domenico alias Rattinella

De Simone Antonio alias Ralla

Grillo Pasquale

Patracchio Michele alias Acritanello

Romanello Cesare alias Figlio del Becchino

Romanello Gaetano alias Figlio del Becchino

ALCUNI BRIGANTI LONGOBUCCHESI

Godino Francesco - Faccione,

Graziano Domenico - Turchio,

Licciardi Pasquale - Valentino,

Cariati Pasquale - Rovettaro,

Berardi Francesco - Vollo,

Berardi Serafino - Vollo,

Pranteda Giuseppe - Abatemarco,

Santoro Gennaro - Chirivillo,

De Luca Pietro- Sùrice,

De Simone Luigi - Cela,

De Luca Giovanni - Failla,

Madeo Serafino, Murrone Giuseppe - Campanotta,

Scigliano Serafino - Galòmparo,

Campana Mariano - Pizzo Torto

INDIETRO