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BARRAFRANCA: DA GARIBALDI ALL'UNITA' D'ITALIA

da: http://www.bcclaconcordia.it/barrafranca.htm

Intorno al 1860 si infittiscono le insurrezioni antiborboniche in tutta l'isola e in aprile Francesco Crispi, a Genova, si accorda con Garibaldi per la spedizione in Sicilia. L'11 maggio i garibaldini sbarcano a Marsala e ad essi si uniscono le squadre volontarie dei picciotti che nei carteggi borbonici continuano ad essere definite bande armate. Tra i garibaldini della prima ora troviamo i barresi Calogero Toscano, Angelo Toscano, Ercole D'Angelo e Luigi Carcerano. Mentre Garibaldi continuava vittoriosamente la propria spedizione e nell'isola venivano formati i primi comitati insurrezionali, a Catania scoppia una rivolta. Il 26 maggio, da Caltanissetta, avanza una colonna napolitana sotto il comando del Generale Gaetano Afan de Rivera, in direzione di Catania. Durante la marcia la truppa borbonica si abbandona ad atti di vandalismi a Pietraperzia e a Barrafranca "con uccisioni di gente innocente e con devastazioni delle campagne". Immediatamente il presidente del comitato di Barrafranca, sollecitato dal barone di Trabonella, invia numerosi cittadini a Piazza Armenina, dove si stava formando un contingente di uomini per far fronte ad altre, eventuali, simili selvagge aggressioni .In conseguenza di precisi decreti garibaldini, a Barrafranca il 28 maggio, nella pubblica piazza si riunisce il popolo per costituire due comitati, uno "onde governare le cose pubbliche" e l'altro "per mantenere l'ordine pubblico". Vengono chiamati a presiedere questi organismi don Gaetano Giuliana e don Giovanni Ippolito Giappino. Insediatosi, il comitato per l'ordine pubblico emette la seguente ordinanza:

1- Il ladro qualificato; l'omicida volontario; l'asportatore d'arma vietata, verranno puniti con la fucilazione...

2 - Le riunioni notturne oltre i due individui in qualunque punto dell'abitato, di persone sospette, saran punite con l'arresto...

3 - I ladruncoli, o meglio gli autori di furto semplice, saran puniti con
50 o 100 legnate.

4 - I caprai, o qualunque altro colpevole di danneggio nelle campagne, saran soggetti alla confisca dei rispettivi animali in vantaggio della Comune.

Nello stesso periodo viene riordinata anche la Guardia Cittadina con comandante il mag. Gaetano Giulia e vicecomandante Gaetano Giordano; cessa di funzionare il Decunionato borbonico e viene istituito il Consiglio Civico. L'arrivo di nuove forze garibaldine, sbarcate il 18 giugno e il 10 luglio, interessa, marginalmente, il nostro paese. Le nuove truppe, giunte in appoggio all'azione dei "Mille", furono suddivise in tre colonne: la terza, comandata da Tùrr-Eber, si portò a Caltanissetta dove si scisse in due tronconi diretti parte a Catania e parte, attraverso Barrafranca e Piazza Armerina, a Caltagirone e da qui a Catania. Le tre colonne avevano come destinazione finale Punta Faro. L'anno 1860 si rivelò decisivo per le sorti della Sicilia, governata dalla dittatura di Garibaldi e indecisa tra l'annessione immediata all'Italia e la costituzione di un governo su base regionale. Il 6 ottobre 1860 il Governatore del distretto di Piazza Armerina comunica al Delegato di Barrafranca che con decreto del 5 ottobre del Prodittatore Antonio Mordini venivano convocati, per il 21 ottobre, i collegi elettorali per eleggere i rispettivi deputati da assegnarsi nella seguente proporzione: Piazza Armerina 2, Castrogiovanni 2, Barrafranca 1, Pietraperzia 1, Calascibetta I, Valguarnera 1, Villarosa I e Aidone i ma in data 15 ottobre il Mordini con pubblico manifesto comunica che i comizi elettorali, anziché eleggere i deputati avrebbero dovuto votare per plebiscito sulla seguente proposizione: Il popolo Siciliano vuole l'Italia una e indivisibile con Vittorio Emanuele re costituzionale e i suoi discendenti. I risultati del plebiscito furono clamorosi: a Barrafranca su 1.469 votanti, si ebbero 1.469 SI. Nonostante si sospettassero dei brogli elettorali, l'indomani si ebbero dei festeggiamenti al Comune per non aver trovato alcun NO Barrafranca da un ulteriore contributo all'Unità d'Italia nel 1862 allorché Garibaldi torna in Sicilia per costituire un esercito di volontari con cui marciare contro lo Stato Pontificio e liberare così Roma. Il 15 agosto 1862 l'eroe dei due mondi entra a Barrafranca, secondo quanto riferisce il Giunta, ed a lui si aggregano alcuni picciotti: Giacinto Fionibello, Amedeo Masotta, Filippo Carmelitano, Libonio Mattina, Luigi Gambino, Alessandro Strazzanti e gli ex garibaldini Angelo Toscano, Ercole D'Angelo e Luigi Garcerano. Il 24 agosto 1862 il sindaco Angelo Cannizzaro da pubblico avviso di un proclama col quale si determina in Sicilia lo stato d'assedio con lo scioglimento di qualsiasi banda armata e la sospensione della libertà di stampa. Per il Governo Sabaudo le truppe garibaldine, infatti, sono diventate nuovamente bande armate, in aperta ribellione. Nel quinquennio 1860-65 Barrafranca ha 8.928 abitanti, 30 elettori, un battaglione e una forza attiva di 497 uomini. Con l'approvazione della legge 7 luglio 1866 che dispone la soppressione dei Conventi in Sicilia e il passaggio al demanio pubblico dei beni ecclesiastici, il Convento dei PP.RR. viene ceduto al Comune. Successivamente un'ala verrà trasformata in Municipio. Le chiese di S. Francesco e di S. Giuseppe vengono chiuse al culto e temporaneamente trasformate in magazzini per il grano.

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