Consuetudini locali

tratto integralmente dall'opera inedita del Preside Nicola Servodidio dal titolo "TERRITORIO E COMUNITA' DI SAN MARTINO SANNITA - Origini, vicende, ipotesi, aspetti, sviluppo socio-economico, note di antropologia" - Impostazione 1965, aggiornamento 31.12.1988

I patti agrari, i fitti e le mezzadrie avevano una durata variabile da uno a venticinque anni.

Il fittavolo o il mezzadro dovevano dare ai padrone dei terreno una serie di prestazioni: capponi a Natale, uova a Pasqua, regalie varie in altre occasioni, mandare una figlia a svolgere i lavori domestici in casa del padrone, ecc. Erano usi di origine feudale.

La scadenza dei contratti era fissata al 15 agosto quando si restituiva o si acquisiva il possesso di un fondo rustico, col diritto, però, di raccogliere gli ultimi frutti dell'annata agraria.

Nel mese di maggio si lavavano le pecore questa magnifica toletta si mandavano alla monta.

In estate la gente andava a mietere in Puglia o in montagna. Era in uso la spigolatura sul campo altrui con la cessione di un terzo del ricavato.

Per misurare le granaglie si usavano: la misura, il mezzetto (12 misure), il tomolo (2 mezzetti), il sacco (3 tomoli).

Misure di peso: oncia, libbra, cantaro.

Misure di lunghezza: pollice, palmo, pertica.

Misure agrarie: misura, mezzetto, tomolo, sacco, feudo (1000 tomoli).

Misure per liquidi: ammola (anfora), barile, mezza salma, salma (q. 1,3).

Misure per la legna: mezza canna, canna (m. 1 x m. 4).

La valuta era espressa in carrini (carlini), in docati (ducati) e in grane (grana).

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