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Giuseppe Manciotti

(Benevento 7 gennaio 1837 - 20 maggio 1897). "Figlio di un grave giuresperito [M. Francesco], ebbe non poca parte nella rivolta politica che fece nel 1861, dell'isolata Benevento un capoluogo di provincia". Scrisse a tal proposito, l'opuscolo: La questione di Benevento al Parlamento (Benevento, De Martini, aprile 1861). Fu consigliere comunale durante il Governo provvisorio (6 settembre 1860) e poi sindaco nel 1876. La Città conservava ancora profonde le tracce dell'abbandono del plurisecolare dominio pontificio e il Manciotti con giovanile ardimento e superando aspri ostacoli, non esitò nell'attuare un vasto programma di ricostruzione e di abbellimenti edilizi, pur con la tenuità delle entrate comunali. La vecchia, storica via Magistrale, cosi chiamata perché in essa (oggi Corso Garibaldi) venne costruito il palazzo del Comune, fu in buona parte rifatta con moderni criteri, anche se la Città ebbe a soffrirne nell'antico suo caratteristico aspetto, con la demolizione di molte "strictule" medievali e l'abbattimento di qualche storica Porta. Fu anche suo merito la creazione dei pubblici giardini (Villa Comunale progettata dall'architetto Alfredo Dehnardt). Durante l'operoso suo sindacato che durò sino al 1882, Benevento si avvantaggiò anche del Palazzo di Giustizia che riunì i vari, sparsi uffici giudiziari e della derivazione di nuove acque potabili la cui penuria causava gravi danni.

Bibì. - Benevento giornale politico amministrativo giudiziario, 28 marzo 1878; Gazzetta di Benevento, 15 dic. 1882; Id. 31 maggio 1897. E. ISERNIA, Istoria della città di Benevento cit., II, p. 299; A. MELLUSI, L'Origine della Provincia di Benevento cit., p. 85; Id. Un cittadino beneventano: Pasquale Capilongo cit., p. 201; M. ROTILI, La provincia sannitica cit., p. 328.

da "DIZIONARIO BIO-BIBLIOGRAFICO DEL SANNIO" di Alfredo Zazo, Ed. Fausto Fiorentino, Napoli, 1973

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