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CASTROMEDIANO SIGISMONDO

da: http://www.comune.cavallino.le.it/Storia/

Sigismondo Castromediano, primogenito del duca di Morciano e marchese di Cavallino don Domenico e della marchesa donna Maria Balsamo, nacque il 20 gennaio 1811 a Cavallino e qui dimorò sino alla matura età di 37 anni. Nel clima di patriottismo nazionale sbocciarono le idee politiche del duca Castromediano, che sembrò prediligere la soluzione della Monarchia costituzionale: una patria italiana unitaria con a capo il re sabaudo. Egli era un uomo di pensiero e non d’azione, ma non per questo la sua attività politica fu meno intensa e decisa. Proprio a causa di essa, il 30 ottobre 1848, fu arrestato insieme ai compagni del Circolo Patriottico Salentino, con l’accusa di essere uno dei principali responsabili della sommossa antiborbonica scoppiata a Lecce il 29 giugno del ’48. Il 2 dicembre dell’anno successivo fu condannato, insieme ad altri amici, come il Verri e lo Stampacchia, a 30 anni di carcere. Non tradì mai il suo credo politico e mantenne sempre alta la sua dignità morale, soffrendo pene, privazioni e torture nelle galere borboniche. Il 14 gennaio 1859, mentre era nel porto di Cadice in Spagna in attesa di essere esiliato nelle lontane Americhe, riuscì, insieme con altri prigionieri politici, a sfuggire ai controlli e ad imbarcarsi su di una nave per l’Irlanda. Dopo un lungo viaggio, i fuggitivi giunsero a Torino dove furono accolti e aiutati da Vittorio Emanuele II e da Camillo Benso di Cavour. Due anni più tardi, le speranze politiche del patriota Castromediano divennero realtà………. L’Italia è unita in un unico Stato organizzato in forma di monarchia costituzionale sotto Casa Savoia! All’inizi del 1861 si tennero le prime elezioni generali per il Parlamento Italiano e Sigismondo Castromediano fu eletto deputato nazionale. A fine legislatura tornò nel suo paese natio, rispettato e ossequiato dai suoi concittadini. Fu eletto Consigliere provinciale e operò per migliorare le condizioni sociali e culturali della sua terra. Arricchì di libri la Biblioteca provinciale di Lecce e realizzò il Museo archeologico, intitolato al suo nome, ma suggerì anche miglioramenti agricoli e industriali. Fu uno scrittore di buon livello, negli ultimi anni della sua vita ordinò i ricordi della prigionia in un libro intitolato appunto Carceri e galere politiche – Memorie, inoltre curò una monografia storica su Cavallino rimasta per lungo tempo inedita. Oramai stanco nello spirito e malato nel corpo, egli non si muove più da Cavallino, dove svolge l’attività di Giudice Conciliatore e nel suo amato paese natio muore il 26 agosto 1895.

 

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