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Brigante Domenico Straface alis PALMA

TELEGRAMMA - Catanzaro 13 luglio 1869

Ill.mo Generale Sacchi, la testa di Palma mi giunse ieri al giorno verso le sei e mezzo. E' una figura piuttosto distinta e somigliante ad un fabbricante di birra inglese. La testa l'ho fatta mettere in un vaso di cristallo ripieno di spirito, e chieggio a Lei se vuole che la porti così per farla imbalsamare, non essendo capace nessuno di fare tale operazione. Nel caso affermativo me lo faccia prontamente sapere. Si sono fatte delle fotografie della testa e se riescono bene gliene spedirò un certo numero.

Il Comandante della zona militare

Colonnello Milon

       

[da: web.tiscali.it/Longobucco/brigantaggio]

Domenico STRAFACE alias PALMA: Domenico Strafaci nacque a Longobucco il 16 agosto del 1831 da Maria Strafaci e da padre ignoto. Apparteneva alla classe dei braccianti più poveri. Frequentò le prime classi elementari e, divenuto adolescente abbandonò gli studi per lavorare. Nel 1860 Domenico Strafaci, divenuto ormai per tutti "Palma" insieme a Ralla, dopo si ribellò alla prepotenza di un ricco signorotto di Rossano, ed insieme lo presero a schiaffi. Questi per l'offesa ricevuta fece rinchiudere i loro familiari nel carcere di Longobucco, compreso il figlio di Palma di appena due anni. Allora Palma e Domenico de Simone, armati si presentarono nella contrada Ardilli a Giosuè Gallina, capomandria di Lorenzo Vulcano, gli spiegarono la loro situazione specificando che i loro familiari stavano marcendo in galera e lo obbligarono a procurargli la dovuta assistenza. Un giorno Palma fu visto a Cosenza insieme ad alcuni vagabondi, tra cui anche la banda di Faccione. Insieme fecero molti furti senza però ucccidere nessuno. E da quel giorno Palma divenne famoso. Palma, amante delle avventure, aveva un singolare coraggio, divenuto capo di una banda, diventò subito celebre. Per oltre un decennio visse tra i pericoli rischiando la morte. Quando qualcuno andava per aggregarsi alla sua banda, lui cercava di dissuaderlo e metteva a disposizione il suo denaro perchè potesse farsi difendere dai migliori avvocati del tempo, di modo da potersi mettere a posto con la legge senza divenire delle prede dei soldati, e passare la vita in fuga. Ogni persona che Palma sequestrò veniva trattata con tutti i riguardi. Egli era chiamato il protettore della povera gente. Infatti metteva a disposizione il suo terribile prestigio per difendere gli oppressi, riparare le ingiustizie, punendo i prepontenti, concedendo aiuto a tutti quelli che gli si rivolgevano; non di rado interveniva per dare ai nobili dure lezioni. La sua banda era composta da dieci o forse dodici persone. Era molto severo nello scegliere i suoi compagni, perchè da loro dipendeva il successo delle sue imprese. Conosceva ogni angolo delle montagne silane, era inafferabile, possedeva qualità eccezionali, era astuto ed era protetto dall'omertà della povera gente, verso la quale era di una generosità senza pari. Aveva anche un certo grado di istruzione, era onesto e infatti solo in rari casi, o per difendersi o per punire un tradimento, si macchiò le mani di sangue. Il 1865 440 soldati armati, guidati da abili comandanti, cominciarono una caccia spietata. La preda era Palma. Sparsa ormai la voce del pericolo che stava per correre il famigerato combattente, uomini e donne si recarono da chiesa in chiesa per celebrare messe onde ottenere l'aiuto dal cielo per il loro difensore. Ormai i soldati erano certi di averlo catturato, ma ancora una volta il re della montagna riuscì a sfuggire all'armata. Qualche anno più tardi la famiglia De Rosis, che aveva contribuito a far imprigionare due briganti, si rifiutò di pagare una taglia richiestagli da Palma. Palma scrisse un MANIFESTO di vendetta, sul quale affermava che durante l'estate, avrebbe bruciato tutto ciò che i Rossanesi e i Coriglianesi possedevano e che avrebbe fatto prigioniero il figlio di De Rosis. Infatti, una sera mentre questi stava rincasando, accompagnato da due guardie, vide due uomini addormentati su un poggiolo. Non preoccupato più di tanto, si stavano avvicinando a casa, ma i due uomini addormentati si alzarono di colpo e puntando alla testa delle due guardie un arma, presero il figlio di De Rosis e lo portarono fuori dall'abitato. Questo sequestro fu fatto per vendetta, perche la famiglia de Rosis si era rifiutata di pagare la taglia chiesta da Palma l'anno prima. Palma fece spargere la voce che il ragazzo sarebbe stato ucciso se non fosse stata pagata la taglia di 40.000 ducati. A queste voci i De Rosis si convinsero e pagarono. Una sera del 1869 circa alle ore 9:00 i briganti stavano cercando di uscire da un bosco con Palma in testa ma si presentò dinanzi a lui il guardiano Librandi Pietro che con prontezza tirò un colpo che ferì gravemente Palma... dopo tre ore morì.

 

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