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 Capobrigante NINCO NANCO

Giuseppe Nicola Summa alias NINCO NANCO

Ucciso a tradimento Ninco Nanco

Portarono dal bosco le teste dei briganti uccisi

da "IL BRIGANTAGGIO NELLA PROVINCIA DI BENEVENTO 1860 - 1880" "De Martino, Benevento, 1975

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ucciso a tradimento Ninco Nanco

da: "PIEMONTISI, BRIGANTI E MACCARONI" Guida editore, Napoli, 1975

Il maresciallo d'alloggio e tre carabinieri di Avigliano con due preti ed alcuni valorosi giovani associatosi volontariamente ai medesimi, avuto contezza dei briganti, si aggiravano per la campagna nei dintorni di quella città, quando s'incontrarono con le Guardie nazionali comandate da Benedetto Corbo. Unitisi assieme e, saputo che Ninco Nanco con due soli briganti trovavasi accovacciato in una pagliaia si diressero a quella volta. La pagliaia essendo in sito elevato, la Guardia Nazionale arrestossi a mezza strada e il Comandante di essa si pose a gridare: Carabinieri avanti! Il carabiniere Segoni e il prete Pace corsero immediatamente alla pagliaia da cui sbucò per primo il brigante Lo Russo, che si arrese tosto; dopo si vide comparire sulla soglia Ninco Nanco stesso armato di fucile e revolver accennando a difesa; ma il carabiniere Segoni intimogli la resa, minacciandolo di morte. Si fu allora che il famigerato capobanda cedette le armi e, mentre il carabiniere Segoni stava per assicurarlo con le manette, un colpo d'ignota provenienza colpiva Ninco Nanco al collo e lo stendeva cadavere al suolo. Si procedette in seguito alla cattura del terzo brigante Mangiullo. Si hanno gravi indizi a vedere se chi ha ucciso il Ninco Nanco, quando già era in potere del carabiniere Segoni, fosse qualcuno che abbia voluto impedire che compromettenti rivelazioni uscissero dalla bocca di Ninco Nanco. In seguito si verrà al chiaro di qualche cosa.

(La Gazzetta militare, 26 marzo 1864).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Portarono dal bosco

le teste dei briganti uccisi

da: "PIEMONTISI, BRIGANTI E MACCARONI" Guida editore, Napoli, 1975

Ieri la brava guardia nazionale di Avigliano veniva in Potenza recando il cadavere di Ninco Nanco che fu esposto in piazza d'armi e presentò al signor Prefetto la carabina a due colpi, il revolver e le famose decorazioni tolte a Ninco Nanco. Erano l'una una medaglia di bronzo a merito di un istituto militare tolta Dio sa a chi, l'altra un fregio di un'arma antica che rappresentava un elmo con due rabeschi. La gioia della popolazione fu immensa e la sua riconoscenza al Governo verissima; molti evviva si fecero al Re d'Italia, di cui ieri si celebrò il di' natalizio e con corse di cavalli, luminarie e festa grandissima. Il Prefetto passò in rivista la guardia nazionale e tenne un discorso che fu applaudito; l'inno reale fu suonato per la città e in teatro dove si declamarono poesie pel Re d'Italia. Un'altra notizia venne ad aumentare l'allegrezza. Gli usseri di Piacenza e i bersaglieri stanziati in Ripacandida, reduci da una perlustrazione, avevano portato in paese le teste di tre briganti uccisi nel bosco di Lagopesole, due dei quali furono riconosciuti di Rionero. Ieri furono pagate le 16.000 lire alla guardia nazionale di Avigliano e non succede fatto che non si ricompensi generosamente mettendolo all'ordine del giorno per stimolare tutte le Guardie nazionali.

(Il Pungolo, 16 marzo 1864).

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